Durante la mia adolescenza le amicizie erano per me il sale di ogni esperienza quotidiana e mi hanno permesso di avere quel confronto tra me stessa e l’altro, fondamentale per la formazione dell’identità adulta.

Ne ho coltivate diverse, di amicizie, ma quelle che ancora oggi ritengo parte fondamentale della mia crescita si possono contare sulle dita di una mano.

Quando dopo il diploma sia io che le mie amiche dovemmo trasferirci fuori città per gli studi universitari, soffrii moltissimo lo stacco rispetto al periodo precedente: non era più così scontato potersi sentire per ore al telefono, condividere in ogni dettaglio le proprie esperienze e alimentare con passione e confidenza quelle amicizie così strette. L’inizio di una vita fatta di maggior frenesia e di impegni lavorativi o universitari, che spesso combaciavano anche col doversi autogestire in una casa senza l’aiuto dei genitori, era di impedimento a quell’ingrediente tanto fondamentale per un’amicizia vera e propria: il tempo.

Da allora mi sono chiesta più volte se avere dei rapporti profondi in età adulta sia una mia misera illusione o una reale possibilità. Una provvisoria risposta la trovo oggi, dopo aver osservato e vissuto l’amicizia da tante altre sfaccettature. Se anche tu ti trovi a vivere poche per quanto importanti amicizie… Ti sei mai chiesto il perché?

Amicizia condizionata

Nonostante la complessità della vita di noi adulti, pur essendo ottimista verso la possibilità di alimentare amicizie, ho al contempo ben chiare le condizioni che le vincolano.

Due statuine siedono assieme e condividono pensieri

Più che farne una questione di tempo, trovo che sia indispensabile l’essere disposti a mettersi in gioco in prima persona. Non potrò mai legarmi a fondo con una persona se non le parlerò con onestà non solo di ciò per cui gioisco, ma soprattutto di ciò per cui soffro e persino dei miei talloni d’Achille. E mi aspetterò altrettanto dall’altra persona: troppo facile, infatti, sarebbe chiamare amicizie quei rapporti dove nessuna delle due parti ha il coraggio di esporre la propria vulnerabilità: ne esce solo un gioco di maschere sorridenti e benpensanti, in cui la vita va sempre alla grande e ciascuno è vincente ed accattivante: un gioco davvero scivoloso e poco degno, a cui io non riesco a sottostare.

Scontro di opinioni: ostacolo insuperabile?

Se da adolescente, quando ancora la vita mi dava la comodità di tira avanti senza scelte troppo impegnative, vivevo poche questioni su cui dover prendere posizione, tra gli adulti il confronto di opinioni è quasi inevitabile. 
Dare precedenza alla carriera lavorativa o alla famiglia? 
Educare i figli alla libertà di esperienza personale o instradarli secondo principi ben solidi? 
Vivere la società civile come risorsa oppure come giungla da cui mettersi in salvo? Seguire la religione magari per tradizione oppure restarne distante? 
L’elenco potrebbe dilungarsi ancora molto…

Ebbene, credo che la divergenza di opinioni non sia un reale ostacolo al poter intessere un rapporto di amicizia autentica. Penso anzi che interrompere una bella amicizia perché si hanno opinioni diverse su alcune situazioni come quelle citate sia una scelta miope e fin troppo comoda. 
Ciascuno conosce in cuor suo i motivi per cui sostiene l’una o l’altra idea, probabilmente filtrata dall’esperienza che l’ha nutrita, quindi…chi è l’altro per giudicarla inopportuna e screditante?

Individui adulti differenti rimandano alla diversità di pensiero e opinione


Ho vissuto sulla mia pelle la sfida – dura ma entusiasmante- di restare amica di persone che hanno alcune opinioni totalmente opposte alla mia su questioni morali o educative. Sai quand’è che l’amicizia ha funzionato? Laddove anche dall’altra parte c’era altrettanta apertura mentale, così da riuscire ad andare oltre un banale “non posso andare d’accordo con te perché sei vegetariana” o un semplice “non sarò più tuo amico perché credo che una separazione sia sempre una scelta egoista rispetto ai figli”. L’amicizia, in questi rari “casi felici”, si è basata sulla ricerca di altro: di una sensibilità comune e un avvicinamento reciproco, una fiducia forte e una confidenza autentica.

Fuori di me, a fianco a te

Posso ben dire che a sostenere una sana amicizia tra adulti sono l’empatia – figlia della confidenza – ed il rispetto reciproco, che fanno sentire uniti anche oltre le distanze di spazio o di tempo. Arriva così quella sensazione per cui, anche se non la senti da un mese, sai che la persona amica sta rivolgendo a te gli stessi pensieri che anche tu le dedichi, in attesa di rivedersi e ricondividere altri frammenti di vita assieme. Non è appagante e piacevole?
Se questo accade, è perché ciascuno riesce ad uscire almeno ogni tanto dal proprio mondo, dalle proprie questioni individuali e dal puro ritorno personale che riceve da quel rapporto. Se non sei disposto ad essere generoso ed accogliente almeno tanto quanto l’altro lo è con te, quel rapporto sarà così sbilanciato da capitolare nel semplice essere conoscenti.

Due profili affiancati contemplano le parole chiave di un rapporto di affetto profondo

Non chiamo amicizia chi si rivolge a me solo per tornaconto personale, per poi ritrarsi nel proprio ego quando ad essere in difficoltà, o solo bisognosa di ascolto, sono io.
Non chiamo amicizia nemmeno quella che proviene da chi, nonostante le buone maniere nel relazionarsi con me, di fronte alla mia fragilità ha approfittato per imporsi con disonestà e competitività. Se mi è successo qualcosa di doloroso e te lo sono venuta a confidare, mi aspetto che non tradirai la fiducia che ho riposto in te… Mentre nel sorprenderti a sperperare la cosa agli altri, senza rispettare la mia riservatezza e la fiducia che ti avevo rivolto, riesco a vedere solo un atto vile e scorretto. Fiducia e rispetto, dunque, sono due facce di una stessa medaglia, degne di un rapporto che non deve conoscere invidia, competizione o rivalità mascherata da falsi sorrisi.

Un affetto che resta

Concludo pensando con gratitudine alle amicizie davvero significative che oggi danno ricchezza alla mia vita: alcune sono recenti, ma essendo nate in età adulta si sono subito rafforzate grazie ad esperienze forti; altre sono storiche, basate su momenti così indelebili da lasciare un affetto profondo. Ecco, è proprio l’affetto, quel volersi bene sincero anche solo per un tratto della vita insieme, ciò che resta impresso nel profondo e spesso non si cancella del tutto nemmeno se l’amicizia giunge ad una fine. 
Su tutte queste relazioni ho una speranza: che il tempo le mantenga salde e preziose e, perché no, siano affiancate da persone che oggi non conosco ancora ma che in futuro possano aggiungersi.

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