Non li vedevo da un po’, i compagni di classe di mia figlia. La gran parte di loro non li abbiamo più incontrati da quando ad inizio marzo fu sospesa la scuola. Così ora ce li siamo ritrovati nel loro meraviglioso cambiamento fisico e personale, tanto da dire <<ma davvero in sei mesi può succedere tutto questo?!>>
Per molti di loro -tra i dieci e gli undici anni- sta iniziando l’adolescenza è con essa, comincia quel viaggio fatto di strade avventurose, paesaggi nuovi ed anche inciampi.
Quel che è certo è che oltre ai centimetri in altezza, sono soprattutto le consapevolezze e l’approccio alla vita ad essere cresciuti in modi molto diversi da un ragazzino all’altro. La storia che li precede e le persone che ne accompagnano la crescita fanno la differenza e poi…c’è il carattere!
Ognuno con la sua firma
Alice per indole ha sempre voluto osservare e capire il mondo dei grandi: così talvolta si ritrova più vicina ai modi decisi e sicuri degli adulti che a quelli ingenui dei coetanei. Questo è un vantaggio, quando vedo che stare al passo con i ritmi e i pensieri degli adulti non le costa fatica, ma d’altro canto le sue sicurezze la fanno a volte atteggiare troppo da leader …e inimicarsi chi le è accanto è un rischio concreto! Insomma, lei come altri è fatta di sereno e tempeste, aspetti meravigliosi e piccole fragilità che mi piace osservare ogni volta.

Sono molto diversi tra loro questi ragazzi. C’è l’amichetta mascolina, che non giocherà mai alle parrucchiere o alle signorine col trucco, ma che ha un cuore grandissimo e non ti negherà mai la sua disponibilità. C’è quella pettegola e criticona, che non perde occasione di lamentarsi di tutto e tutti, ma poi, nel rapporto di amicizia singola, sa tirar fuori condivisione, allegria e bellezza. C’è l’amico timido, così silenzioso che quasi mette in imbarazzo, ma che quando a scuola alza la mano per rispondere a una domanda di quelle toste, lascia tutti a bocca aperta per la sua brillantezza!

Ci sono bambini poi il cui atteggiamento apparente è difficile da apprezzare, perché purtroppo non hanno avuto accanto persone che le rendessero meno aggressive, meno saccenti, meno ingiuste. Ma non riuscirò mai a vedere in loro solo il lato buio, perché so che nessuno è mai di un’unica dimensione e se qualche lato brutto prevale, è perché lo ha provocato l’insicurezza e la sofferenza che la vita gli ha dato.
Posso farcela, ma non da solo
Anni fa mi stupivo nel leggere che a dieci anni iniziano i primi segni del l’adolescenza, invece è proprio cosi! Ora che ci sono dentro, vedo che invece è proprio così e ci sono quei segnali inequivocabili che possono confermarlo. Gli sbalzi di umore, la ricerca di momenti di isolamento, la priorità data alle amicizie sulla famiglia, quel delicato equilibrio tra <<me la cavo da solo>> e <<aiutami tu sennò è la fine>>!

E allora proprio per questo tragitto fatto di onde alte miste a bassa marea, penso che per noi adulti il dovere sia ancora più forte: affiancare i nostri ragazzi nei loro passi nuovi, nel mondo davvero complicato che li aspetta, nelle diatribe non sempre facili da sciogliere. Una presenza che non significhi scegliere per loro, sostituendoci alla possibilità personale di fare i passi del caso; ma un affiancamento che sostenga, consigli, rassicuri e dia forza.
Questo esserci al loro fianco, farà dei nostri ragazzi dei fiori unici e speciali, mai uguali agli altri, stupendi nelle loro singolarità e, sono certa, pronti come non mai a sbocciare verso la vita da adulti.
Una lettura quanto mai veritiera del mondo degli adolescenti. Un’ attenta analisi ai cambiamenti e a ciò che essi comportano.
Un gentile sguardo ad un’età così difficile e piena di incertezze…
Grazie molte per il tuo commento, Cristina. Il racconto risale al pre Covid, il che mi lascia supporre che la variabilità e le specifiche esigenze dei nostri pre adolescenti siano ora qualcosa di persino più delicato… Un motivo in più per sostituire i nostri sguardi distratti con un’accoglienza profonda e calda! Un abbraccio, Lucia