Quante volte ci è stato detto di non dimenticare il valore della gratitudine, l’abitudine di dire grazie a chi abbiamo accanto, la bellezza di questa parola gentile?
Ma poi, nella vita reale, cosa succede?
Non sempre tutto va da manuale, anzi…oltre a dare per scontato tutto quanto abbiamo per merito degli altri, rischiamo di non accontentarci e continuare a pretendere dell’altro, e ancora, e ancora.
Questo è proprio quello che è accaduto ad Alice pochi mesi fa, con un epilogo però che le ha lasciato un segno profondo e spero duraturo.
Voglio di più
A fine estate in famiglia non si parlava d’altro: di lì a breve, una cagnolina avrebbe lasciato il canile per far parte della nostra famiglia, avverando il desiderio di tutta la famiglia. Ogni volta che parlavamo di questo nuovo imminente arrivo, la curiosità e l’entusiasmo di Alice erano evidenti nel luccichio stesso dei suoi occhi!
Poi, un pomeriggio, una conoscente che aveva ritrovato un gattino appena nato nel proprio giardino ci propone di adottarlo. Era abbastanza logico che con l’imminente arrivo di un cane quella non fosse la scelta giusta da fare in quel momento, eppure Alice, intenerita ed emozionata, aveva tutt’altra idea!
E quello non restò solamente un suo pensiero, perché divenne un’ostinazione irremovibile, motivo di pianto disperato per tutto il pomeriggio e, soprattutto, motivo di fermo rifiuto di ogni ragionamento alternativo.
Nel tentativo di non fare altrettanto calmarla e portarla con pazienza ad affrontare pensieri anche diversi dai suoi, quel giorno mi sono soffermata su una domanda in particolare: quando ricevi un <<no>> da tua madre, spesso ben motivato, perché ti ostini ad insistere e non sei affatto grata per ciò che già hai?
Quel giorno, le ho fatto presente quanto impegnativo e a lungo termine sarebbe stato l’arrivo di una cagnolina nella nostra già frenetica vita, ricordandole: <<Non mi hai mai neanche detto un grazie per questo!!>>
E in crisi di pianto irrefrenabile, la sua unica risposta fu: <<Per me il grazie non vale niente, è una parola come tante altre!>> Un colpo al cuore!

A mente fredda
Questo episodio ha lasciato un lungo strascico di malumore ed inquietudine tra me e lei, durato per giorni: sentimenti con i quali non ero disposta a convivere, pur accettando che potessero capitare del rapporto tra una madre e una figlia preadolescente. Abbiamo riaffrontato il discorso qualche giorno dopo, con gli animi più calmi, ma ancora tutt’altro che spenti. Ho sentito potente e scomoda la responsabilità di quello che stavo per dirle, ma non ho avuto dubbi che fosse giusto farlo.
<< Alice, il mio amore per te è ed è stato sempre immenso e incondizionato, pertanto non sto qui seduta a rinfacciarti ogni volta che ho messo a priorità le tue esigenze a scapito delle mie: fa semplicemente parte del ruolo di genitore! Questo non significa però che tutto quel che tu vivi grazie al mio impegno deve essere per te scontato, persino preteso e neanche degno di un semplice grazie! Devi accogliere questa parola dentro di te e anche se le prime volte la sentirai estranea e la dirai agli altri meccanicamente, pian piano ne capirai il valore e la libertà che dona! Non ti resta che metterti in gioco.>>
A dire il vero, di queste parole non l’ho vista affatto convinta sul momento, ma quantomeno era disposta ad accettarle e tentare di farle: il che non era poco!
Strada facendo, verso la libertà
Sono convinta che laddove un genitore rimproveri al figlio un comportamento sbagliato, debba lui stesso interrogarsi sul proprio comportamento e su quanto il proprio cattivo esempio possa aver influito. Proprio per questo i giorni successivi ho fatto ancora più attenzione a non trascurare i giusti <<grazie>>, i sorrisi che avvicinano e la serenità di non dare per scontati i momenti di bellezza in mezzo a difficoltà o frenesie.

E come quando dopo un temporale che ha rabbuiato il cielo incredibilmente torna una luce chiara, sfolgorante e piena di speranza, nei giorni seguenti Alice ha pian piano ritrovato il suo equilibrio. Come? Con piccoli allenamenti quotidiani di gratitudine e serenità: ha costellato i suoi giorni di abbracci gioiosi e grati che non si concedeva da tempo, vivendo con spontanea serenità quel poco (che in realtà è tanto) che dalla vita riceveva: un pomeriggio intero con l’amichetta del cuore, una capatina in edicola a scegliere i suoi gingilli preferiti, una dormita a sorpresa dalla nonna. Piccole esperienze che da madre so essere piene di valore per lei e che contano più di qualsiasi altra cosa materiale.
La ciliegina sulla torta.. della prima comunione
Poche settimane fa, nel festeggiare la prima comunione di Alice, su richiesta di fare un discorso, alice si cimenta in un brindisi.
Sorridendo tra me e me di fronte a cosa si sarebbe inventata la mia ragazza di 10 anni, in piedi su una sedia di fronte a una quindicina di persone adulte, me la ritrovo a dire ciò che di più prezioso potesse.
<<Voglio ringraziare tutti, ringraziare il parroco e tutti voi che siete qua. E soprattutto dico grazie a mamma per questa giornata!!>>
Quel dito puntato verso di me alla fine del discorso è stato quanto di più liberatorio potessi immaginare di vedere da lei. Quel gesto pubblico racchiudeva il suo grazie per ogni mia attenzione: per quel pomeriggio dedicato a comprare gli abiti più belli per valorizzarla, il tempo dedicato a scegliere un menù delizioso per quel pranzo, le ore passate a cucire a mano le bomboniere, quelle spese a parlare e capire la bellezza di una tappa così speciale e sentita da lei.

La gratitudine rende liberi, rafforza la sicurezza personale, ti fa capire che niente e nessuno di ciò che ti fa felice durerà sicuramente per sempre. Proprio per questo, quando c’è, va riconosciuta e ne va fatta un’occasione per mettere in circolo la bellezza che la vita può donarti.