Questi pensieri che oggi voglio condividere con te riguardano esattamente il periodo che stiamo attraversando. Alle spalle, un anno abbondante in cui una pandemia aspra ed inaspettata ha portato tutto il suo carico di lutto, ansia e stravolgimento. Di fronte, la speranza forte e già in parte tangibile di un orizzonte migliore, in cui sebbene nulla sarà più come prima, voglio credere che non sia neanche buio quanto quel buio che abbiamo già attraversato.

Il carico di stanchezza

Non so cosa tu possa raccontare di questa particolare epoca e di quali segni ti abbia lasciato. Per quanto mi riguarda, posso dirti che nonostante il Covid non sia stato esperienza diretta mia o dei miei familiari, ne ho comunque sentito potente l’impronta di paura, tensione e stress. La portata pandemica che esso possiede ha interferito su così tanti aspetti sociali ed economici da far tremare ogni certezza, vacillare ogni progetto, affievolire ogni entusiasmo.
Anche per questa ragione, mi trovo oggi a sentirmi addosso molta stanchezza. Una stanchezza più mentale che fisica, fatta soprattutto di tutte quelle volte in cui ad un’esperienza bella ho rinunciato, perché poteva essere rischiosa; di quelle  in cui ho accantonato uno sfizio anche piccolo, perché “non si sa mai che poi mi possa pentire di quella spesa” ; di quelle volte in cui per privilegiare la sicurezza ho dovuto annullare quelle esperienze… che per una vita erano state scontate, ma quando vi rinunci ne senti tutta la vitalità.

una donna seduta si mostra stanza e preoccupata

E ora?

Nel mio vivere quotidiano vige ancora un atteggiamento prudente e mai del tutto rilassato, anche ora che il virus sembra deflettere in maniera significativa.
Sento però dentro, più forte ancora della stanchezza, la voglia – potrei dire l’esigenza – di nutrirmi di nuovo di quelle esperienze autentiche che per tanti mesi ho dovuto accantonare. Mi fa un effetto di grande stupore quando sento di riconoscere la gioia che certi momenti sanno risvegliare in me, come se mi ritrovassi di botto davanti ad una scritta a lettere cubitali che mi dice: SII FELICE!

padre e figlia si godono un momento di spontaneità in riva al mare

Di cosa parlo?
Magari di una sorpresa che faccio ad un’amica, presentandomi sotto casa a sua insaputa per un saluto veloce.. ma intenso!
Oppure parlo di quel giro in bici che organizzo tra mia figlia Alice e la sua migliore amica,  in un ennesimo sabato in cui nulla di speciale si prevedeva che accadesse.
Parlo anche della gioia che voglio regalare a me stessa, quando decido che andrò a prendere Alice alla fine della sua lezione di danza arrivando con dieci minuti di anticipo… perché anche se per poco, le ultime note di pianoforte ed i piacevoli movimenti che vedo sanno farmi emozionare nel profondo.

Le piccole, ma grandiose cose

Ho sempre pensato che nella vita nulla conti di più che lo stupore per le piccole cose. Piccole e orientate all’amore quello autentico, quello che palesemente ti fa uscire da te stesso e dai tuoi bisogni per rivolgerti all’altro, amico o parente che sia, alimentando l’affetto che fonda quel legame.
Quando sai stupirti per poco e comprendi quante cose non siano scontate, sarai poi pronto ad affrontare ogni esperienza con una pienezza nuova, con la forza di sorridere anche nel più cupo dei periodi.
Perché la grinta di credere nel futuro non ti viene regalata: serve sostenerla insieme alla speranza che nasce sorriso dopo sorriso, abbraccio dopo abbraccio, gesto dopo gesto. E se saprai ritrovare il motivo per sorridere grazie a quei momenti in cui orienterai la tua vita verso l’amore per gli altri, avrai nutrito la fiducia vera: quella di costruire attorno a te un bene che rimane per sempre.

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