È un pomeriggio di gennaio come tanti: sono rientrata da poco a casa, sono sola, è quasi ora di cena. Sistemo le stoviglie e mi muovo a piccoli passi per la cucina. All’improvviso…aaaahh! Urlo di dolore per un ginocchio che fa uno strano “crack”, perde stabilità e cede. Mi dico: <<Non devo cadere a terra>>. Mi appoggio al mobile più vicino, poi goffamente raggiungo una sedia e mi calmo; anzi mi impongo di riprendere il controllo, respirando con intensità e lentezza. Chiamo al telefono il mio compagno per cercare di tranquillizzarmi con la loro voce ed è proprio ora che razionalizzo: quel martedì voleva uscire dalla banalità con una distorsione del menisco.

Nulla di grave? Poteva andare peggio? Il problema è che…non ne ho idea! Non ho ben chiaro cosa sia veramente accaduto, se non che ho perso sicurezza nel camminare, sono sola e non posso letteralmente permettermi passi falsi che aggravino la situazione.
Interpello finalmente il medico, che mi dice che ai miei giorni futuri serviranno ghiaccio, pomata, ginocchiera, massimo riposo e tanta tanta pazienza. 
Realizzo mentalmente tutto questo e..cosa!? Dovrei stare a riposo? Io che sono l’indipendenza fatta persona, quella che non accetta sgarri dal planning giornaliero e che non si piega a chiedere aiuti se non in casi estremamente estremi!? E dovrei pure rassegnarmi a spostamenti lenti e dolorosi anche da una stanza all’altra di casa, e addirittura rinunciare a guidare?
Uno scenario che mi sembra inaccettabile: il mio umore si stravolge alla sola idea di riorganizzare le giornate e dover dipendere dagli altri per ogni minima cosa, eppure in realtà … so che dovrò farlo! Il mio mantra? << Maggiore sarà il riposo, migliore sarà la ripresa>>. E nel metterlo in pratica, ho fatto una riflessione inedita, che in questo periodo sento rinnovarsi.

Una donna è stesa a letto e si concede del riposo

Rinunciare: una fatica in-utile?

Se anche tu come me hai avuto la fortuna di godere di buona salute per gran parte della tua vita, sappi che questa  autonomia non va mai data per scontata. Il banale poter scegliere cosa fare e quando farlo, il poter guidare, fare sport, sostenere un ritmo di vita impegnato e spesso sganciato da condizionamenti: sono enormi privilegi e non sono appannaggio di tutti!
Ne abbiamo riprova anche in questo periodo di emergenza da Coronavirus, le cui restrizioni mettono alla prova persino da noi che avevamo vissuto sempre in grande autonomia e pieni di possibilità. Come reagire? È così facile scegliere la strada del cambiamento?
Riesci davvero ad annullarti nei gesti che il tuo corpo e la tua mente hanno ormai interiorizzato da mesi, che sia uscire per comprare il quotidiano sotto casa, farti quella passeggiata che sgranchisce le gambe, salutare quell’amica che <<dai, almeno due chiacchiere ce le facciamo di persona, che sarà mai…?>>
Inizialmente me lo sono chiesta anche io, sinceramente la sensazione iniziale è stata proprio quella di non sapere fino a che punto la mia scelta potesse fare la differenza sul bene comune.

<<Ops, ho detto bene comune?>>

Sai quando ho avuto la risposta? Quando ho fatto il collegamento che serviva! Ho raffrontato le mie rinunce quotidiane e la mia scelta per una clausura quasi totale in casa, con ciò che avrebbe causato il contrario: aumento dei contagi, aumento delle criticità dei contesti ospedalieri e durata ulteriormente prolungata dell’emergenza nazionale! E se non bastasse pensare al bene comune e alla salvaguardia della salute di un’intera società, pensa che tutto questo ti si può ritorcere contro! Se non ti bastasse pensare che i malati bisognosi di cure, medicinali e controlli erano già tantissimi prima dell’emergenza e che essi si vedono ora privati di un consulto importante, di un medicinale che non può arrivare dall’estero o di un accesso ravvicinato ai propri contesti terapeutici… pensa che le libertà che ti concedi oltre le restrizioni, possono andare a nuocere te stesso e chi ami, in un lampo!

Il gesto di ok con la mano è mostrato attraverso una radiografia

Ti cade la pentola dell’acqua bollente addosso, o ti fai male facendo jogging o tuo figlio fa una caduta che non puoi gestire da solo: normalmente correresti da un medico o al pronto soccorso. Sei consapevole che in questo tempo di emergenza non potresti farlo? È rischioso anche per te, lo sai bene! Gli ospedali, che sono il luogo dove per antonomasia i mali trovano la loro risoluzione, ora invece possono essere causa di un contagio da Covid-19 e portatori di molti più rischi che benefici, in moltissimi casi. 

E allora, ci stai ancora pensando?

Che tu abbia avuto senso civico prima di questa emergenza o meno, sappi che è il momento di tirarlo fuori con tutta la grinta e il senso del dovere che ognuno di noi è chiamato a mettere in pratica. 

Un murales contiene tanti colori e la parola together, insieme

Sappi che hai un’occasione preziosissima di fare delle tue scelte un atto di responsabilità sociale, tanto silenzioso quanto significativo. Sappi che non sarà una stagione di rinunce personali ad azzerare la tua mente e la tua persona, perché esse saranno sostituite da quel semplice stare a casa che porta il ritorno alla normalità più vicino per tutti, proprio grazie al tuo contributo. 
Sappi anche che così tanto tempo svincolato dagli impegni stressanti imposti da lavoro e routine quotidiana non ti ricapiterà mai più e puoi usarlo ora per nutrire quei pensieri, quelle decisioni, quelle fette di vita trascurata che hai sempre dovuto rimandare per mancanza di tempo.
Sappi, quindi, che fare dei sacrifici e restare davvero a casa per il tempo richiesto è la scelta giusta da fare ora e ancora.
Conto su di te. Che aspetti?

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