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Corrispondenza di cuori

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Avatar Lucia

Nel sentire comune, l’adolescenza è il periodo della vita di un figlio in cui la comunicazione è maggiormente minata, è complicata a tal punto da far quasi rassegnare i genitori nel tentativo di renderla efficace. Ma confrontandomi con mamme di bimbi coetanei alla mia (poco più di 7 anni), sento sempre più spesso la lamentela di chi già fatica a trovare nel figlio di questa età un interlocutore aperto, sincero e disposto a parlare, oltre all’imperativo del “fare”.

Comunicazione oltre i limiti

Mia figlia Alice è per sua indole una bambina molto comunicativa e chiacchierona. lo è stata sin da quando lallava a quattro mesi nella sdraietta a dondolo, commentando a suo modo ogni cosa vedesse muoversi e succedere intorno a sé! Eppure da qualche tempo noto che la crescita sta modificando questo suo lato del carattere; ci sono argomenti o situazioni così delicati o intimi che, per la difficoltà di come poterli gestire, la fanno chiudere in sé stessa e la rendono incline al silenzio e alla riservatezza.

bolla di sapone

Ci sono eccezioni? Sì, una strepitosa eccezione! Alice stessa si è inventata un sistema per ovviare alla difficoltà di esprimere i suoi disagi o le sue confessioni: prende un foglio, vi scrive i suoi dubbi, mi consegna il foglio frettolosamente e si rifugia in un’altra stanza, in attesa della mia risposta. E io? Ovviamente sto al gioco, che poi di fatto è tutt’altro che un gioco, e col primo pennarello che mi capita sotto mano rispondo o chiedo chiarimenti proprio su quello stesso foglio e lo reinvio a lei, magari infilandolo sotto la porta della sua cameretta. Tutto questo può durare anche per 6 o 7 scambi e permette di mantenere quel pudore che evidentemente a lei è caro e che io voglio senz’altro rispettare, ma al contempo non la dà vinta alla rinuncia della comunicazione, che nel tempo può penalizzare tantissimo il rapporto tra figlio e genitore.

E una volta concluso lo scambio, cosa succede? Succede che torniamo entrambe in una stessa stanza, a parlare di tutt’altro o a giocare insieme e faccio di tutto per non riferirmi mai a quell’esperienza magica, come se una bolla di sapone d’improvviso scoppiasse e ci riportasse alla realtà delle azioni e dei gesti quotidiani, mantenendo così intatto il rispetto per il pudore di prima.

puoi contare su di me

Una corrispondenza indimenticabile

La prima volta che questo accadde, ricordo che lo scambio di bigliettini da sotto la porta permise di riappacificarci dopo un piccolo ma importante scontro di opinioni e la aiutò a ritrovare la tranquillità dell’umore in pochissimo tempo. L’episodio che ricordo con più tenerezza è però quello a cui si riferisce l’immagine, di alcuni mesi fa, quando un fastidio fisico che Alice si vergognava di dirmi ha potuto comunque trasformarsi in una richiesta di aiuto da me ascoltata e placata. Così, piena di soddisfazione per quello scambio speciale color ciclamino, ho ritenuto prezioso fare un’aggiunta finale, fatta di rassicurazione, dolcezza e vicinanza. Perché se è vero che una madre e una figlia non possono avere un rapporto paritario da amiche, è vero anche che la confidenza che le lega può unirle a tal punto da rendere solido e positivo il loro rapporto.

Cuore a cuore, per crescere insieme

Mi piace pensare che l’errore più grande in qualsiasi rapporto è quello di porsi dei limiti e rassegnarsi al fatto che niente si possa migliorare rispetto a quello che già c’è. La creatività di Alice in questi momenti di “corrispondenza quotidiana” rende possibile la comunicazione  là dove io, da adulta, la avrei pensata impossibile e non posso che esserne enormemente grata!