Sei qui: Home » Ma davvero tuo figlio fa così?!

Ma davvero tuo figlio fa così?!

·

Avatar Lucia
Un muro dove i mattoni sono0 distanti e creano pertugi per poter guardare oltre

Tra mamme, il parlare delle proprie esperienze con i figli e confrontarsi sulle tappe, le sfide, le difficoltà ed i successi, è qualcosa che viene spontaneo da subito dopo il parto. Non ci si salva, ad esempio, dalla fatidica domanda, tanto fatta quanto ricevuta: “quanto ti mangia? E quanto ti dorme?”…che quasi ironicamente fa sembrare il figlio l’esecutore di una performance che dovrebbe far aumentare il punteggio della madre a proprio favore rispetto alle altre!

Ma quanto conta il confronto tra bambini con storie, esigenze e caratteri differenti?

Chi può giudicare con cognizione gli episodi della vita di un bambino, se non i genitori stessi o chi conosce a fondo le radici di certe abitudini?

Gli spuntini di Alice: sfizio o necessità?

Penso spesso al modo particolare con cui Alice affronta i pasti nelle sue giornate: a meno che non sia in condizioni di poterlo fare, Alice predilige mangiare poco e spesso e gestire la sua sazietà a più riprese, evitando scorpacciate, tanto quanto lunghi digiuni. Per questa ragione, è ormai consolidata l’abitudine della doppia merenda pomeridiana (o anche mattutina, durante l’estate), che non significa mangiare per tutto il pomeriggio fino ad arrivare a cena senza appetito, ma semmai far succedere al pranzo (spesso vegetariano o comunque sobrio) un piccolo spuntino nel primo pomeriggio e ricaricarsi poi nuovamente nel tardo pomeriggio.

Se non si conosce la storia di Alice, questa sembrerebbe una sfiziosa predilezione per gli spuntini o addirittura una ripetuta richiesta di attenzioni fatta attraverso la richiesta di cibo. Invece il suo stile frugale e ripetuto nello sfamarsi proviene da un passato delicato: dalle prime settimane di vita fino ad oltre i quattro anni, Alice ha sofferto di insistenti e quotidiani dolori di stomaco, dovuti ad un fisiologico reflusso gastro-esofageo. Il suo stomaco accumulava molta aria durante i pasti e appena alla loro fine, questo gonfiore costante e persistente le procurava un forte dolore che solo medicinali appositi potevano alleviarle. Sicuramente, oltre allo sciroppo protettore, l’abitudine di non fare scorpacciate, ma pasti misurati e adeguati alle necessità del momento, costituivano un altro grande aiuto. E così, anche dopo la fine definitiva di questo fastidio, la consuetudine dei piccoli pasti è rimasta come stampata nel suo istinto, oserei dire nel suo istinto di stare in buona salute! Fin qui nulla di strano, se non che questo frequente “smangiucchiare” viene spesso visto dagli altri, persino da persone molto vicine a noi, come un deficit, una sua svogliatezza o inappetenza o addirittura un capriccioso voler stare a tavola il minor tempo possibile, per poter tornare subito a giocare.

Saper guardare oltre

Mi infastidisce rattrista molto ricevere giudizi sbagliati o superficiali sui comportamenti di Alice e questo mi mette in guardia dal non farlo a mia volta. Un bambino particolarmente manesco, invece che “un maleducato” può innanzitutto essere nel mezzo di un periodo di disagio difficile da gestire. Una bambina che non accetta abbracci o carezze, invece che “una scorbutica” può nascondere ragioni ed esperienze relazionali che hanno provocato questo atteggiamento. Un bimbo che parla a voce molto alta e si esprime prevaricando gli altri con la voce, invece che una banale “maleducazione”, può essere che palesi la frustrazione di sentirsi inascoltato dalle persone che lo circondano.

Con questo non voglio dire che tutto sia accettabile e indifferente, o che educazione e maleducazione non esistano. Sottolineo però che le cattive abitudini, cioè quelle che comportano un’effettiva limitazione del libero esprimersi degli altri e che quindi andrebbero ridimensionate, sono molto diverse dalle semplici predilezioni personali, che invece non incidono negativamente sulla presenza altrui.

Il mix tra omologazione a un unico modello e giudizio superficiale è quanto di più dannoso possa circondare i comportamenti dei bambini: è ora che noi adulti impariamo a vederli invece come portatori di un bagaglio personale, unico e speciale, che merita il più alto rispetto.