Mi è passata oggi per la mente una domanda semplice, ma affatto banale. << Che titolo daresti al libro che racconta la tua vita?>>
Ho lasciato che la risposta venisse di getto, senza troppi ragionamenti. Così, per la mia storia, ho pensato che il titolo giusto sarebbe “L’albero della vita”. Sicuramente un parte di questa scelta deriva dal fascino che questo simbolo possiede in diversi simbolismi e culture, come ad esempio quella biblica o quella orientale. Ma se vado a fondo e analizzo le parti di cui questo albero è composto, ne colgo l’importanza in ogni suo dettaglio ed un significato del tutto personale. La mia vita trova senz’altro fondamento in delle bellissime radici, quelle di una famiglia che ha saputo, non senza sacrifici, offrirmi un prezioso equilibrio tra rinunce e concessioni, che hanno formato in me valori positivi e fondamentali per le successive scelte. Radici che spesso sono state per me un riferimento positivo, come anche – a volte- basi da cui partire per prendere direzioni personali differenti.
Poi c’è il tronco, quello robusto e slanciato che ho costruito nei miei anni di maggiore autonomia, ovvero in quella delicata fase di passaggio che va dall’adolescenza all’età adulta. Del tronco hanno fatto parte amicizie solidissime, viaggi indimenticabili, esperienze nuove ed arricchenti, a volte anche audaci.
Sempre puntando verso l’alto, ci sono poi le foglie; rappresentano per me le amicizie e le persone importanti che hanno costituito le relazioni fondanti dei miei rapporti sociali. Ci sono foglioline piccole e di passaggio, ma indimenticabili; altre più evidenti e predominanti, che sono il frutto di una relazione accurata, profonda; ci sono poi foglie purtroppo destinate a seccare presto, perché non c’è stato il rapporto vitale necessario a nutrirle e renderle durature.
Tra le foglie, poi, cosa spunta? Qualche frutto! Ovvero la realizzazione dei desideri più belli e profondi, l’esito di percorsi impegnativi, la certezza di relazioni positive talmente solide da maturare al massimo della loro possibilità. Perché no, poi, ci sono attorno ai frutti anche piccole gemme, sogni e desideri che una donna a un terzo della sua vita non si preclude di avere, ma anzi, nutre con tutto l’impegno e la speranza possibili, in attesa di vedere le gemme trasformarsi in frutti.
Il titolo del libro della mia vita, a dire il vero, non è affatto originale o accattivante… probabilmente non sarebbero molti i lettori effettivi di questa storia. Ma sapete..? Lo preferisco! Perché la mia vita non ha mai puntato all’eccezionale, al memorabile o ad una collezione di eventi leggendari. La mia vita punta ad essere la piena realizzazione di me stessa, la costruzione di relazioni positive e la consapevolezza che anche se pochi saranno “i lettori”, certamente essi saranno coloro che hanno saputo andare oltre un titolo, vedere oltre una copertina ed entusiasmarsi oltre la superficie.
E voi? Che titolo dareste al libro della vostra vita? Sono curiosissima di saperlo!