Se c’è una cosa che mi infastidisce è la superbia delle persone, la convinzione che ognuno abbia la verità assoluta in mano e che, chi non è della stessa opinione, non capisca nulla.
Questo atteggiamento è sempre più presente oggi, in una società in cui ognuno esprime la propria opinione spesso con violenza verbale e rabbia verso chi ha un pensiero diverso, convinti che la ragione sia in mano a chi urla più forte.
Sui social, in particolare, piovono offese nemmeno tanto velate nei riguardi di chi ha un pensiero diverso in merito a qualsiasi argomento: forse perché è più semplice offendere avendo davanti uno schermo, evitando ogni contraddittorio?
Le equazioni più comuni sono queste.
Sei onnivoro? Sei un assassino senza cuore.
Sei a favore dei vaccini? Sei uno strumento nelle mani del potere politico-farmaceutico.
Sei contrario a far dormire il tuo cane in casa? Non ami gli animali.
Sei a favore della scrittura facilitata per gli autistici non verbali? Sei vittima di una delle tante bufale sull’autismo.
Sei in sovrappeso? Non ti ami e hai problemi psicologici.
Non so voi, ma io sono letteralmente nauseata da queste prese di posizione, assurde quanto estremiste.
Innanzitutto mi chiedo: è così importante avere ragione? È per forza nero o bianco? È così vitale che tutti la pensiamo allo stesso modo?
Io credo fermamente in un diritto imprescindibile, quale la libertà di pensiero e di espressione della propria opinione. Questo però, deve trovare il limite nell’offesa altrui, nel rispetto di un pensiero diverso e nell’accettazione di una diversa posizione e scelta di vita.
Sembrano parole ovvie e quasi provo imbarazzo a scriverle, ma a quanto pare sono ancora necessarie.
Perché tanta rabbia? Perché non si può accettare un pensiero diverso senza additare l’altro?
La diversità è un bene prezioso, perché ci costringe a fare una cosa che ci stiamo disabituando a fare: fermarci a pensare.
Ogni opinione opposta alla mia, anche se l’istinto mi suggerisce di rifiutarla, la tengo in mente, la rielaboro, la confronto con i miei pensieri…e alla fine la mia opinione si rafforza o, perché no, si rimodella e cambia.
La diversità va accolta proprio per crescere e migliorarsi.
Io credo che sia necessario abbassare il livello di aggressività delle discussioni, mettersi seduti l’uno accanto all’altra, parlare, confrontarsi… e che poi ognuno scelga la propria strada, senza giudicare né offendere.
Dalla diversità di pensiero alla diversità di condizione, come quella di una disabilità fisica o mentale, il passo è breve: se non si accetta l’una, difficilmente si è in grado di accettare davvero l’altra.
Smettiamo di giudicare, di additare, di inveire… e ricordiamoci, invece, che abbiamo tutti un unico stesso mondo su cui pascolare.
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