Quando il bene più prezioso che abbiamo è la salute, e non puoi averla né far in modo di garantirla proprio alla persona che ami di più….
Quando intorno a te ci sono persone care che soffrono per reali problemi, di fronte ai quali anche un sorriso diventa difficile da trovare…
Quando fai parte di un mondo in cui conta solo l’apparenza ed è normale “barattare la cellulite con il cervello”…
Ecco che i pensieri e le riflessioni si fanno sprezzanti e dirette, proprio come quelle di oggi.
Avete visto i cartelloni pubblicitari della vostra città?
Arrivano i primi raggi di sole, tiepido preannuncio di una primavera che tarda a giungere… ma le gigantografie pubblicitarie sono già mesi che ti martellano e ti inseguono in ogni dove con slogan ad effetto, verso un unico grande obiettivo: la forma fisica perfetta, la versione migliore di te stesso.
Sei pronto per la prova costume? Mai abbastanza! Sei in sovrappeso? Sbrigati che l’estate non ti aspetta!
Ce n’è uno proprio lungo la strada che conduce al bar dove, quando posso, mi concedo una pausa di piacere con le mie amiche, in cui ritrovo chiacchiere, confidenze, affetto, cappuccino, brioche calda con crema o cioccolato… e la gioia di una giornata!
In questo cartellone, in primo piano un addome femminile mostrato con disgusto e vergogna contro cui lottare per liberarsene.
E pensare che a me quella pancetta sporgente e rotonda, simile alla mia, racconta di un inverno conviviale, fatto di cene, risate, o anche di serate trascorse a casa, sul divano col proprio compagno a bere e mangiare gustandosi il semplice stare insieme, magari dopo aver messo a letto cane e bambino. A volte quell’addome è la storia di una cura medica aggressiva, o di una patologia ormonale o tiroidea… o semplicemente il segno di una meravigliosa gravidanza.
E poi, perché tanto auto disprezzo?
L’essere severi con se stessi porta sempre ad esserlo poi con gli altri… ha senso per una questione così effimera?
Anche i discorsi tra le persone vertono su questo.
E’ un continuo ascoltare <devo rimettermi in forma>, <la prova costume è alle porte>, <uuuhhh quanta cellulite>… E uno degli ultimi slogan che ho letto sui social, ci esorta alla dieta del momento, <Perché dimagrire significa ritrovare la felicità>.
Quanto fumo negli occhi… ma siamo così tanto intimamente poveri da lasciare che siano i chili in più o la cellulite a decidere della nostra felicità? Siamo davvero convinti che vada demandato alla forma fisica il nostro stato emotivo e la capacità di goderci la vita? Siamo seri.

Non mi si fraintenda. Ognuno di noi ha il dovere verso se stesso e gli altri di mantenersi in salute, di evitare un comportamento alimentare errato e le sue rischiose conseguenze, prima fra tutte l’obesità. Non è il mettersi a dieta di chi è in sovrappeso che va additato, assolutamente!
Quello che mi rattrista è assistere all’inseguimento di uno stereotipo di perfezione fisica che, invece di avere il sapore di libertà, parla solo di una schiavitù in cui “quell’addome piatto” è il metro di valore dei propri umori e della propria felicità, oltre che delle proprie scelte e privazioni anche economiche.
Parlo per portare l’acqua al mio mulino? No.
Chi mi conosce sa che quest’estate al mare sarò, come ogni anno, fuori moda coi miei chili di troppo e la mia cellulite, portati ormai da tempo con dignità e soprattutto… con un sorriso! Si, perché non esiste che la mia gioia o il mio sorriso o addirittura la mia felicità dipendano dalla mia siluette… scusate, ma non ci sto!
So di essere in sovrappeso, ma lasciatemelo dire ancora una volta: io non voglio mettermi a dieta. Saranno vent’anni ormai che non ne faccio.
Quando da giovane mi mettevo a dieta, mi ritrovato per tutto il tempo a pensare al cibo: cosa ho mangiato, cosa mangerò, quello che avrei voluto o potuto mangiare. Non si esce con gli amici se c’è il rischio di bere o mangiare, e un invito a cena suona quasi come una punizione se si è a dieta. E se la vogliamo dire tutta, alla privazione del piacere a tavola corrisponde, spesso, la privazione del piacere a letto quando, appunto, lo sforzo mentale di non perdere il controllo sul cibo prevarica sul lasciarsi andare nel godersi la vita… e se non credete a me, Willy Pasini ci si è arricchito col suo libro “Il cibo e l’amore”!
<Allora, se non vuoi fare la dieta, almeno fai attività fisica!>.
Mi sento dire spesso che sono pigra, perché non amo camminare, correre o fare sport. Non è così! E ogni volta che me lo sento dire mi viene da sorridere, perché capisco quanto il mio interlocutore sia imprigionato nelle logiche preconfezionate.
Io non sono pigra: semplicemente non mi interessa o non mi piace farlo in quel modo e con quell’obiettivo, che non è mai stato né mai sarà il mio.
Non mi piace andare in palestra e sudare col puzzo di chi mi sta intorno, farmi una doccia ed uscirne paonazza in viso. Ma se mi dici di mettermi sotto il sole a fare giardinaggio con zappa e forbici da potatura mi trovi in prima linea!
Non mi piace andare a correre, perché non ho un obiettivo da raggiungere: l’orizzonte è infinito e non riuscirei mai a godere di una meta che non c’è. Ma se Giuliano mi scappa di mano e corre via, dovresti vedere quanto a lungo posso correre!!!!
Non mi piace passeggiare da sola: ma datemi un’amica o datemi mio marito accanto, e posso camminare per ore!
Non chiedere a chi non è come te di diventarlo, perché allora sì che questa diverrà una persona infelice sforzandosi di essere ciò che non è o di fare ciò che non gli interessa fare… mentre magari la sua felicità è proprio su quel divano sedentario, coi suoi chiletti in più, un buon caffè e dei cioccolatini calorici, perso nelle parole di un libro.

Voi amanti della forma fisica, ferventi sostenitori che la dieta sia un karma e che la palestra sia il vostro miglior alleato per una vita performante e felice, “al top” come va di moda dire… fate bene a vivere come vi piace!
E se siete felici così… lasciate che lo siamo anche noi col nostro diversissimo pensiero!
Lasciate che noi amanti del buon vino, della pizza, delle patate fritte, della salsiccia alla brace, del tiramisù, e del caffè con panna, possiamo goderci la vita col senso che noi vogliamo darle, senza che ci guardiate schifati col nostro bikini e le nostre rotondità.
Il senso della vita sapete qual è? Viverla come meglio possiamo, sappiamo e vogliamo, liberi nei limiti in cui non si va a limitare l’altro e, soprattutto, capaci di godere di quello che ci è dato avere.
Buona dieta (o non dieta) a tutti!
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