Tagliare i capelli al proprio figlio è sempre una bel momento da condividere, vero?
Il primo taglio di capelli poi è un ’occasione unica, carica di significato e di emozione, tanto da voler conservare, quasi come una reliquia, quelle prime ciocche alle quali si dice “addio”.
Col passare del tempo, questo appuntamento perde la sua carica emozionale per acquistare un diverso ed altrettanto importante significato per un genitore: che il proprio figlio sta crescendo e che è capace di esprimere la propria volontà e preferenza su qualcosa che gli appartiene, come la sua immagine.
Tagliarsi i capelli, insomma, che sia per vanità insieme alla mamma o da veri uomini col babbo, è sempre un bel momento da condividere.
Ci sono genitori, invece, che non vivranno mai questi bei momenti insieme ai figli e che di fronte alla necessità di tagliare loro i capelli si ritrovano a dover affrontare un problema di non poco conto.

Tagliarsi i capelli: perché è così difficile?
Che sia con le forbici o con il rasoio elettrico, questa operazione per una persona nello spettro autistico può essere una vera e propria sofferenza.
Il rumore assordante delle lame che si incrociano nello sforbiciare, quello meccanico ed incessante che si somma alle fastidiosissime vibrazioni del taglia capelli elettrico, i capelli tagliati che sembrano lame conficcate nella pelle, il rumore ancor più intenso del phon ed il suo insopportabile calore, le luci forti di un salone e gli specchi che le riverberano incessantemente… una sovra stimolazione che, per un autistico, equivale ad un reale dolore fisico.
In questo caso non c’è nessun bel momento da condividere col proprio figlio e l’idea di inseguire il taglio modaiolo non ti è permessa: l’unico pensiero che hai è cercare un modo per fare ciò che è necessario, nel modo meno traumatico e più rapido possibile.
Ci sono madri che rinunciano a tagliare costantemente i capelli al proprio figlio lasciando che abbia capelli lunghi: così facendo, questo difficile momento viene rimandato il più possibile.
Ci sono madri, al contrario, che scelgono per il loro figlio un taglio corto, raramente sfumato: un modo pratico di avere i capelli, che limita al minimo lo stress dell’asciugatura.
Sul come farlo poi… la comune fantasia non basta.
Ci sono madri costrette a tagliare i capelli al figlio di notte mentre dorme, con un lavoro certosino fatto di silenzio e di estrema delicatezza, quasi trattenendo il fiato affinché non si svegli. Provo un’ammirazione totale per queste madri, che immagino chine nel buio con l’ansia ed il timore che fanno da contrappeso a ciò che si deve fare.
Ci sono madri che, con la benevolenza di un parrucchiere, riescono col tempo a portarlo nel salone: in giorni ed orari precisi, evitando l’attesa, la presenza di troppe persone e con un tempo indefinito che solo chi ha un cuore grande può decidere di dedicarti.
Ci sono, poi, madri che cercano la maggior autonomia possibile per questo impegno e che, giorno dopo giorno, studiano un modo per far sì che il proprio figlio accetti di tagliarsi i capelli e, quindi, di soffrire un po’.
Mio figlio Giuliano? Sin da piccolissimo, taglio corto stile militare ad un unico alzo… visto che a tagliarli sono io!

Come ho fatto
Il primo taglio di capelli Giuliano lo ha fatto a 6 mesi. Per l’occasione andammo dalla cugina di mio marito, soprattutto una grande amica per noi. Fu un momento di festa per tutti, sia per noi che per lei.
Nostro figlio cresceva e, insieme a lui, anche la sua sofferenza di fronte a questo appuntamento, nonostante la nostra amica parrucchiera ci dedicasse uno spazio tutto per noi, nonostante Giuliano la conoscesse bene vista la costante frequentazione, nonostante ogni possibile accortezza.
Con la diagnosi di autismo tutto ci fu chiaro.
Ma se da un lato il terrore di Giuliano di fronte a quel momento ci avrebbe voluto far desistere, dall’altro lato capivamo che il problema andava affrontato… e di petto, come la mia indole mi impone.
Senza l’aiuto o il consiglio di una figura professionale, che non avevamo a quel tempo, io e mio marito siamo andati ad istinto e per tentativi, con l’unico obiettivo di riuscirci.
Eliminato ogni stimolo sensoriale superfluo, quindi, decidemmo che a tagliare i capelli a Giuliano sarei stata io, nella penombra e nel silenzio del nostro garage.
La prima volta è stato un dramma.
Seduto sulle gambe del padre, nulla di
tutto ciò che di solito lo interessava poteva distrarlo: ha urlato e pianto per
tutto il tempo, dimenandosi, cercando di ribellarsi in ogni modo.
Ma non abbiamo mollato: al contrario, abbiamo fatto in modo che quell’appuntamento fosse regolare e ravvicinato nel tempo nell’intento di creare una routine.
Gli tagliavo i capelli una volta ogni due settimane, prima a mio marito poi a lui, di modo che si abituasse al rumore della macchinetta e al fastidio dei capelli tagliati, potendolo vedere prima sul padre.
Tagliargli i capelli così spesso, poi, mi permetteva di farlo in un tempo molto breve (2 minuti al massimo) e di non essere poi così precisa… chi l’avrebbe notata in quei pochi millimetri una passata in più o in meno?
Quanta fatica… e pazienza, testardaggine, speranza e volontà.
Oggi Giuliano porta ancora i capelli corti stile militare (esattamente come mio marito, anche lui senza possibilità di scelta haimè!!!!) e per tagliarli vuole ancora vedere farlo prima sul padre, per poi accettare il suo turno.
Giuliano oramai non piange, né urla, né si dimena più. È ancora palese la sua sofferenza in quel momento, ma posso permettermi anche un lavori di 5 minuti per un taglio da fare una volta al mese.
Essendo un appuntamento non evitabile, tagliarsi i capelli per Giuliano è diventato anche un momento latamente piacevole: è l’unica occasione in cui gli è permesso giocare nell’auto del babbo nell’attesa di tagliarsi i capelli e, dopo averlo fatto, di tuffarsi letteralmente in vasca da bagno dove fare tutti i giochi (e gli schizzi povera me!) che vuole.

La cosa migliore da fare
Taglio lungo o cortissimo, dal parrucchiere o a casa, di notte mentre dorme o di giorno cosciente? Non esiste un modo per farlo che sia migliore di un altro.
Come ogni volta che ti trovi di fronte alla difficoltà di fare una cosa che non pensavi potesse costituire un problema, per prima cosa accettala e poi rimboccati le maniche.
Tuo figlio si ribella perché soffre, perché gli è insopportabile il tagliarsi i capelli tanto da starci male.
Non è un capriccio il suo, ma una difesa. Ed è vero, non potrai mai evitargli quella sofferenza ma puoi comunque insegnargli a tollerarla, almeno per un po’.
Se sei seguito da un supervisore ABA il miglior consiglio che posso darti è parlarne con lui e fare un training di modo da raggiungere il miglior risultato nel più breve tempo possibile e col minor dispendio di energie.
Diversamente, vai per tentativi, non rinunciare e abbi fiducia nella tua pazienza e nella sua capacità di adattamento… e se non ti arrendi, alla fine sarà proprio tuo figlio ad indicarti il modo giusto per voi.
Cara… Ogni volta mi regali un excursus della vita tua, di tuo marito e del bellissimo Giuliano che mi riempiono sempre di emozioni uniche.
Ti mando un abbraccio grande! 🤗❤️ Sara B.
Grazie Sara, penso che sia proprio questa la chiave per arrivare agli altri: mettersi in gioco per primi attraverso sè stessi… debolezze, successi e sconfitte compresi! Ricambio il tuo abbraccio con uno altrettanto grande! <3 Romina
Ciao vorrei parlarti in privato se è possibile ❤
Ciao Valentina. Puoi scrivere a me o Lucia sotto la tendina menù, contatti. In alternativa, puoi inviare un messaggio alla nostra pagina facebook di Per Mano Insieme. Sarò felice di poterti aiutare per quel che mi è possibile. Romina
Ciao….vorrei parlarti in privato se è possibile…Grazie!!!!
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