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Critica o complimento? Parole in versione double face

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Avatar Romina
disegno di un albero diviso tra giorno e notte

Hai presente quando hai la sensazione di avere gli occhi addosso e poi ti accorgi in effetti che ti stanno guardando e che stanno letteralmente sparlando di te? Hai presente quando percepisci nelle movenze e nel modo di parlare altrui che ti stanno criticando aspramente e vigliaccamente mentre conversano con altri lontano da te? …Hai presente, invece, quando quello che vuole essere una critica diventa per te il più bel complimento che potessero fare a te e a tuo figlio?
Ecco, questo è quello che è successo a noi questa estate!

Il disagio della disabilità

Quando hai a che fare con la disabilità intellettiva, anche una cosa scontata come il mare in estate può diventare occasione di forte tensione, disagio e a volte vergogna nel sentirti “guardato da tutti e giudicato” come genitore dagli altri, possibili spettatori di reazioni spesso incomprensibili e socialmente poco accettate che mette in atto tuo figlio, bambino con bisogni speciali.

Sto parlando di urla fuori luogo e spropositate, pianti improvvisi ed apparentemente immotivati, invasione dello spazio altrui ed impossessamento improvviso delle cose altrui, fughe verso qualcosa che attira la sua attenzione… e se c’è una fila da rispettare, stai certo che mio figlio ti passerà avanti letteralmente scansandoti e facendo quello che la sua volontà in quel momento gli impone con urgenza.
E tu? Guardandolo penserai “che maleducato”!

giuliano sul lettino col suo tablet
Mio figlio Giuliano, in spiaggia col suo tablet

Anche noi, al mare tra mille difficoltà

Ma dopo un inverno passato a fare training adattivi ad alcuni degli ambienti ostili a mio figlio Giuliano, i frutti di tanto lavoro li abbiamo raccolti anche al mare.

Riproponendo in vacanza la sua routine e portando con noi la sua preziosa agenda visiva giornaliera, siamo riusciti in quella che sembrava un’impresa titanica: farlo restare in spiaggia a fare il bagno (l’unica cosa che lui vuole fare al mare) accettando di entrare in acqua, di uscire dall’acqua per la merenda da fare sotto l’ombrellone e di uscire per far ritorno a casa: il tutto senza andare in frustrazione, senza urlare o mostrare il suo disappunto in modo aggressivo.

Come abbiamo fatto? Seguendo un “piano studiato a tavolino”, reiterandolo ogni giorno, di modo da farlo sentire sereno e sicuro nella sua nuova routine in vacanza.
Ospite d’onore insostituibile in tutto questo? Il motivatore (cosiddetto rinforzo in Aba) più potente che c’è per Giuliano: il tablet.

un pavone fa la ruota di fronte a un gallo
Chi è sicuro di ciò che è non ha bisogno di pavoneggiarsi…

Un giorno come tanti: una mamma…

Siamo al mare, sotto l’ombrellone per la merenda di Giuliano intrattenuto da You Tube.
Due ombrelloni più avanti una mamma intenta a raccontare la sua bravura, la sua solerzia ed attenzione nell’educazione dei propri figli, come per “vendere” la sua immagine di brava madre ma con una foga tale che comunicava bisogno di approvazione ed ammirazione altrui.
Lo fa nel modo più offensivo e misero possibile, e cioè additando gli altri e gettando su di loro ombra affinchè lei potesse splendere di più.
Chi erano questi altri?… Io!

Con una frase fatta, trita e ritrita nel web, concludeva il suo povero (di contenuti e di spettatori) comizio dicendo: <<I genitori di oggi non hanno più voglia di star dietro ai figli: gli danno un tablet o un’altra diavoleria elettronica e via! Io ci perdo tempo coi miei figli e voglio che giochino con gli altri bambini e che non stiano a rimbambirsi dietro ad uno schermo. Come quel bambino là!>>. Indicando con la testa mio figlio, continuava: <<Non gioca mai con nessuno e con niente, e appena esce dall’acqua via pronti col tablet in mano: ma come si fa!>>.

Parlava e io la guardavo, e più la guardavo e più si “infervorava”.

Che ne sa di noi? Della nostra vita, di quel che facciamo, di quanto lavoro c’è dietro quel tablet mai dato “a casaccio”, di quanto grande sia stata la conquista di farlo stare tranquillo per 15 minuti sotto il nostro ombrellone altrimenti sempre vuoto?

Stavo per andare a dirgliene quattro e farla sentire misera e meschina come meritava, quando mio marito, lucido e pacato nel suo essere più razionale di me in questi frangenti, mi dice: <<Vai Mimmi e falla nera! Però ricordati anche di ringraziarla per il più bel complimento che potesse fare a noi e a Giuliano!>>.

Già, non ci avevo pensato! Quella donna così aspra nei giudicarci aveva parlato di Giuliano come di un bambino come tutti gli altri… non si era accorta della sua diversità!

Com’è finita? Con una risata e un bacio a mio figlio pieno di orgoglio e felicità… senza parole nè spiegazioni da dare a nessuno, per non sporcare quel momento così pieno e bello che ci stava ripagando di tutto.

Le regole che possono cambiare le cose

Due insegnamenti mi hanno mostrato la loro forza quel giorno.

Primo: non dare giudizi affrettati sugli altri, ma impara ad osservare e fallo prima di tutto guardando alla tua vita. E ricorda, per essere una brava persona non serve screditare gli altri: così facendo, invece, dimostri di non sentirti affatto tale.

Secondo: le cose non sempre sono come sembrano. Un evento sfortunato può essere affrontato come un’occasione, un momento difficile come il modo per conoscere e misurarsi nei propri limiti… e un’offesa può trasformarsi in un complimento!
Per ogni cosa è sempre possibile trovare diverse chiavi di lettura… e se la vita è double face, indossa il suo lato migliore, sempre!

Commenti

2 risposte a “Critica o complimento? Parole in versione double face”

  1. Avatar Cristiana
    Cristiana

    Succede anche a noi….tranne a Pugnochiuso con la superTMA.
    Un abbraccio forte e viva gli imperfetti😊

    1. Avatar Romina
      Romina

      Grazie per il tuo commento energetico 😉 e soprattutto per averci indicato questo bellissimo progetto della Tma a Pugnochiuso! 🙂

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